Gli impianti di depurazione delle acque, sia civili che industriali, svolgono un ruolo essenziale per il trattamento e il riutilizzo delle risorse idriche.
Ma è altrettanto fondamentale che questi impianti siano certificati da professionisti abilitati, in modo da garantire sicurezza, efficienza e conformità alle normative ambientali.

A cosa serve la certificazione?

La certificazione attesta che l’impianto:

  • è stato progettato e installato secondo le normative vigenti;
  • funziona correttamente, nel rispetto dei limiti di scarico previsti;
  • è sicuro per le persone e l’ambiente;
  • è conforme ai requisiti imposti da enti pubblici o procedure autorizzative (come Autorizzazione Unica Ambientale – AUA).

In molti casi è un documento obbligatorio per ottenere l’autorizzazione allo scarico o per dimostrare la regolarità dell’impianto in caso di controlli ARPA o ASL.

Quando è obbligatoria?

È richiesta in fase di:

  • installazione di nuovi impianti;
  • modifiche sostanziali ad impianti esistenti;
  • controlli da parte degli enti di vigilanza;
  • vendita di immobili dotati di sistemi di depurazione autonomi.
Chi può rilasciarla?

La certificazione può essere redatta esclusivamente da:

  • tecnici abilitati (ingegneri, periti industriali, geometri con competenze specifiche);
  • aziende installatrici iscritte alla Camera di Commercio e abilitate secondo il DM 37/08, ove applicabile.

In alcuni casi specifici, è richiesta anche la firma di un tecnico ambientale o di un professionista iscritto a un albo.

Perché è importante?

Richiedere una certificazione impianto depurazione non è solo un obbligo, ma una tutela concreta.
Senza certificazione si rischiano:

  • sanzioni amministrative;
  • blocco degli scarichi;
  • responsabilità penali in caso di inquinamento.


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