La riapertura del contatore del gas non è una semplice formalità: richiede la presentazione di una certificazione che attesti la sicurezza e la conformità dell’impianto alle normative vigenti.
Vediamo cosa serve sapere.

Cos’è la Certificazione Gas?

La certificazione gas è un documento redatto da un tecnico abilitato (ai sensi del D.M. 37/08) che attesta che l’impianto è stato realizzato o messo a norma secondo la “regola dell’arte”.
Serve a garantire che l’impianto sia sicuro per l’uso e conforme alla normativa tecnica.

Quando è obbligatoria per riattivare il contatore?

La certificazione è obbligatoria nei seguenti casi:

  • Impianto nuovo mai messo in funzione.
  • Modifica o sostituzione di una parte dell’impianto esistente.
  • Distacco prolungato del contatore (oltre 12 mesi).
  • Voltura tecnica con verifica dell’impianto richiesta dal distributore.
Chi può rilasciarla?

Solo un’impresa abilitata alla lettera “C” del D.M. 37/08 (impianti di distribuzione e utilizzazione del gas) può rilasciare la certificazione. Il tecnico dovrà effettuare un sopralluogo, verificare l’impianto, eseguire eventualmente una prova di tenuta, e redigere:

  • Dichiarazione di Conformità
  • Allegati obbligatori (A12, schemi impianto, materiali usati, ecc.)
Come si presenta la documentazione?

Una volta ottenuta la certificazione, deve essere inviata al distributore del gas o consegnata al fornitore per permettere la riapertura del contatore.
Alcuni distributori richiedono anche la compilazione di moduli specifici, come l’Allegato G o l’Allegato I, in base al tipo di intervento.

Cosa succede se manca?

Senza la documentazione non è possibile riattivare il contatore.
Il tecnico del distributore non effettuerà l’apertura se non riceve la certificazione, per motivi di sicurezza e responsabilità.


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